Di cosa stiamo parlando e come funzionerà
La decisione di dimissione del premier Mario Draghi depositata formalmente al PdR, collegata alla sfiducia politica del Governo ha portato inevitabilmente allo scioglimento della Camera e Senato, prima della scadenza naturale. Si giunge quindi al 25 settembre, data scelta per le prossime elezioni politiche, un voto che coinvolgerà migliaia di cittadini e che porterà alla scelta delle nuove elezioni delle forze e degli esponenti politiche che comporranno il Parlamento. Purtroppo è un trend abbastanza confermato quello della scarsa affluenza ai seggi, basti pensare che per le elezioni amministrative di Verona non è stato raggiunto neanche il 50%. Per andare a votare d’altronde bisogna essere a conoscenza di cosa si sta parlando, per questo è importante sottolineare come verrà composto il nuovo Parlamento. Il tutto è disciplinato dal Rosatellum o legge Rosato, legge elettorale che regola l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, approvata definitivamente nel 2017 e che ha sostituito la legge elettorale italiana del 2015, meglio conosciuta come Italiacum e la legge Calderoli, detta anche ‘Porcellum’. Il Rosatellum dunque prevede un sistema misto, i seggi dunque vengono attributi per maggioranza e per proporzionalità. Per quanto riguarda la maggioranza, dei primi 600 posti (400 nella Camera e 200 nel Senato) un terzo verrà assegnato attraverso collegi uninominali, ossia collegi divisi in zone geografiche che votano per gli stessi candidati e i partiti o le coalizioni nominano soltanto un candidato da votare per i residenti della determinata zona. Vincerà dunque chi prenderà più voti. Facendo riferimento invece alla proporzionalità, il discorso é un po’ più semplice perché è previsto che ogni partito ottenga un numero di seggi proporzionale al numero di voti che ha ottenuto in percentuale. Nel pratico se un determinato partito o coalizione otterrà dopo il 25 settembre il 20% dei voti, otterrà il 20% dei posti a disposizione all’interno del Parlamento. Saranno poi i partiti a decidere chi verrà eletto. Si sottolinea infine che esiste la ‘soglia di sbarramento’, ossia il numero minimo di voti che si devono ottenere per poter arrivare in Parlamento e per i partiti la soglia è del 3%, per le coalizioni invece è del 10%.