La Stazione di Porta Nuova 1
«Come sempre, dopo la tragedia che si è verificata alla stazione di Verona, sono scattate immediate le polemiche e lo sciacallaggio politico. Circa un mese fa mi era capitato di incontrare questo ragazzo e non mi aveva certo fatto paura, di lui mi avevano solo colpito gli occhi, spenti e pieni di tristezza. I volontari che lo conoscevano e che cercavano di aiutarlo mi hanno detto che soffriva di una grave depressione, evidentemente sfociata in uno stato di agitazione e follia. Dunque da un lato abbiamo una giovane vita spezzata non solo da una pallottola ma da chissà quali traumi e sofferenze precedenti. Dall’altro un agente di polizia che si è difeso ma che porterà questo peso per tutta la vita. Invece di tante polemiche, le istituzioni e tutti noi cittadini dovremmo pensare a cosa si potrebbe fare di più per evitare simili tragedie della miseria e della follia, che vedono protagonisti non solo gli stranieri, come vuole farci credere certa propaganda politica di bassa lega, ma anche gli italiani».
Luca Salvi
La Stazione di Porta Nuova 2
Alla Stazione Ferroviaria di Verona, un ventiseienne del Mali, dopo aver distrutto attività commerciali, auto parcheggiate e aggredito dei vigili urbani, si è scagliato contro alcuni agenti della Polfer (polizia ferroviaria). Un agente ha risposto all’aggressore armato di coltello esplodendo tre colpi di arma da fuoco, uno dei quali l’ha colpito al petto. Il ragazzo, è morto poco dopo. Il poliziotto che sicuramente stava e sta vivendo momenti di angoscia, si attendeva solidarietà e conforto da parte della società civile e delle istituzioni. Invece, come se non bastasse il rimorso che rimarrà marchiato sulla sua coscienza per tutta la vita, gli è arrivata una notifica di iscrizione nel registro degli indagati per presunto eccesso di legittima difesa. Al di là del fatto, qualunque persona sana di mente dovrebbe chiedersi: quale è il motivo o lo scopo, per cui migliaia di stranieri, bighellonano nelle Stazioni e nelle periferie delle pressoché totalità città italiane? Lavorare, impegnarsi in attività socialmente utili, migliorare l’ambiente, scaldare le panchine per i fratelli barboni? Nulla di tutto ciò! […] La risposta, non può certo arrivare dal mito, o meglio dalla cosiddetta leggenda metropolitana dell’integrazione interrazziale. I ghetti presenti in ogni città del mondo, hanno dimostrato che l’integrazione è una boiata pazzesca non dissimile dalla visione della Corazzata Potemkin di fantozziana memoria. La risposta, arriva da alcuni testi del conte e filosofo Richard Kalergi che rivelano la storia nascosta dell’Unione Europea, la quale sin dalle origini nasce come opera antidemocratica delle élite finanziarie contro i popoli europei. Gli scritti di Kalergi, considerato il Padre dell’Europa, dimostrano il ruolo della massoneria, degli Stati Uniti e dei loro sodali europei e dei banchieri di origine ebraica, nella distruzione del continente europeo. Si tratta di una devastazione che investe i suoi capisaldi culturali, la sua economia, fino alla sostituzione etnica degli stessi europei, perpetrata ad uso e consumo del mercato e dei suoi dominatori. Verità incontestabili e lapalissiane surrogate dalla cronaca nera quotidiana […]. Dilemma: chi nega ciò, o ti conferisce l’epiteto di complottista, è un ‘ingenuo’ diversamente pensante o (più realisticamente) è un ideologo Caronte addetto alla transumanza (unilaterale) Africa/Europa travestito da filantropo?
Gianni Toffali