Quando l’essere umano torna ad essere animale
Viste le tragiche e recenti vicende che si sono svolte nella nostra Provincia è importante affrontare più approfonditamente un tema che coinvolge ogni anno sempre di più sia l’Italia che il mondo intero: il femminicidio. Sono tante e diverse le forme di questo fenomeno, ma soprattutto sono troppe, a inizio settembre del 2021 i casi di femminicidio raggiungono quota 43, con una media di 4-5 vittime al mese. Nel 2020 sono stati 71 e ovviamente si fa riferimento solo a quelli registrati ufficialmente come tali.
Prendiamo l’esempio di Chiara Ugolini, la giovane 27enne aggredita e uccisa dal vicino di casa, per appurare il fatto che solo essendo donna c’è il rischio di essere assalita da un momento all’altro senza un vero e proprio movente, ma solo perché l’uomo in questione segue ‘un suo impulso’. Quello che solitamente ci distingue dal resto degli animali è proprio la capacità di frenare gli istinti, ma appare evidente che non per tutti gli uomini ci sia questa fondamentale differenza.
Facendo riferimento non solo al femminicidio, ma anche a tutte le molestie, aggressioni, violenze commesse, mi chiedo: vale così poco la vita di una donna? Da essere meno importante di un impulso momentaneo? Comincio anche a chiedermi perché nel 2021 una donna debba vivere nel costante timore psicologico che le possa succedere qualcosa in qualsiasi momento e ancora più raccapricciante è il fatto che ci siano sempre giustificazioni pronte a qualsiasi cosa succeda o che le punizioni non siano abbastanza severe: era vestita succinta, stavo scherzando, ci sta con tutti, ero arrabbiato e non lo farò mai più, scusa ho sbagliato… e potrei andare avanti per ore.
Non sono ipocrita, non si sta condannando l’intero genere maschile come depravato sessuale e tanto meno si sta definendo il genere femminile come l’angelo bianco con l’aureola sulla testa, ma è abbastanza chiaro che il solo fatto di essere donna, può mettere a repentaglio la vita o l’incolumità.
Concludo affermando che chiaramente non si può controllare la mente umana. Ma gli abusi, le aggressioni, le violenze e i femminicidi hanno davvero una diretta proporzionalità alla pena che si infligge ai carnefici? Si fa davvero giustizia? Ho qualche dubbio in merito.
Letizia Acquistapace