Nascondendo per 7 mesi un paracadutista tedesco che aveva dissertato per amore
Giovanni Martini, a Erbezzo è conosciuto come colui che, durante il Secondo conflitto mondiale, ha dato rifugio ad un paracadutista nazista per 7 lunghi mesi. A testimoniare questo gesto eroico, è stato proprio il figlio Armando, oggi 89enne, che all’epoca aveva 12 anni. Ma andiamo con ordine. Era il 1943 quando il piccolo comune della Lessinia, è stato interamente occupato dalla ventesima divisione dell’aeronautica militare e dal primo corpo paracadutisti della Wehrmacht. Dopo l’8 settembre 1943, orde di rifugiati giungevano in Lessinia per trovare riparo dalle bombe nemiche. In piena notte, bussò alla porta anche un soldato tedesco in cerca di aiuto. Il soldato, aveva sbandato con il suo mezzo militare perché lo aveva utilizzato per fini non militari e per l’amore di una donna conosciuta settimane prima e scappata dalle atrocità della guerra, con la figlioletta. Martini, rischiando la sua vita e quella dei suoi cari, decise di curare il soldato, nascondendolo prima nel granaio e poi in una baita abbandonata: la malga Tommasona, dove rimase per 7 mesi, fino al giorno tanto atteso della Liberazione. Il soldato, soprannominato da tutti in paese con il nome di Enrico, divenne presto uno di famiglia. Prima che il tedesco fosse rientrato in Germania, i due si abbracciarono con la promessa di scriversi una volta arrivato. Una lettera tanto attesa, ma mai arrivata.