“Ora scarseggiano anche i farmaci e spesso è impossibile somministrare le terapie”
Fp Cgil Verona denuncia l’insostenibile aggravamento delle condizioni di rischio in cui gli operatori della Casa di di Riposo di Arcole, Fondazione Opere Riunite Don Luigi Rossi, che secondo il sindacato si trovano a lavorare determinando di conseguenza un rischio concreto, attuale e inaccettabile anche per gli ospiti. Alla cronica carenza di personale, denunciata più e più volte dalle organizzazioni sindacali, si è ora aggiunta anche una grave e inammissibile carenza di farmaci, che determinano la difficoltà, talvolta anche l’impossibilità, di somministrare le terapie nei tempi e nei modi indicati prescritti. Si parla anche di medicinali salvavita indispensabili nel trattamento di determinate forme morbose o necessari in situazioni di emergenza, come antipertensivi, antibiotici, neurolettici. La turnistica è tale per cui molto spesso le terapie vengono somministrate a stomaco vuoto prima del pranzo o della cena. Dalle 12:00 alle 15:00 e dalle 18:00 alle 21:00, poi, la struttura rimane con un solo infermiere che deve seguire più di 100 ospiti. La direzione, in una riunione con gli infermieri ed i medici, ha ‘suggerito’ e ‘individuato’ come soluzione a questa problematica quella che, in carenza di tempo, non si proceda alla somministrazione della terapia. “Siamo all’assurdo – commenta Antonio De Pasquale segretario generale Fp Cgil Verona –. La Fondazione, di fronte a questo clima di crescente malessere tra tutto il personale, medico, infermieristico e Oss, si rifiuta di intrecciare qualsiasi relazione sindacale e si ostina a perseguire atteggiamenti di chiusura e negazione della realtà: tale atteggiamento non può far altro che alimentare ulteriormente tensioni e controversie. Abbiamo notizie, che auspichiamo non siano confermate, delle dimissioni dei medici che operano in struttura, tutti professionisti di grande esperienza e molto stimati se ciò sarebbe vero ogni altra nostra considerazione sarebbe superflua”.