28 centri antiviolenza, 38 sportelli, 28 case di rifugio
Su proposta dell’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin, la Giunta Regionale del Veneto ha approvato l’articolazione organizzativa delle strutture di accoglienza e sostegno per le donne vittime di violenza. Attualmente in Veneto sono operanti 26 centri antiviolenza (CAV) e 38 sportelli dedicati; complessivamente 64 punti di ingresso a cui le donne possono rivolgersi. La rete comprende, poi, 28 case rifugio per un totale di 76 camere. Queste ultime sono residenze a cui la donna può ricorrere, anche in compagnia di figli minori, e interrompere il rapporto violento conducendo una vita in sicurezza. Facendo un focus sulla città scaligera, si potranno trovare 3 case di rifugio, 6 sportelli (Bussolengo, Caprino Veronese, Negrar, Pescantina, San Giovanni Lupatoto, Sona) e 3 CAV. L’Assessore ha dichiarato che l’attenzione verso questa piaga sociale è massima da parte della Regione, come conferma la copertura di risorse garantita con l’erogazione di fondi regionali 2022 per 1 milione di euro, in aumento di 300mila euro rispetto al 2021, e prevedendo analoga copertura finanziaria nel 2023. Copertura che si accompagna alla programmazione dei fondi statali per circa 2 milioni 355 mila euro. Inoltre si sottolinea che Tra le case rifugio 16 sono di tipo A ossia ad indirizzo segreto. Tutta la rete è in linea con un’offerta vasta che per essere sempre più performante conta su un valido coordinamento. Anche per questo assume notevole rilevanza il Tavolo di Coordinamento Regionale per la Prevenzione e il Contrasto alla Violenza Contro le Donne, insediatosi il febbraio scorso per riunire rappresentanti di tutti gli enti istituzionali.