Che vengano inserite tra le categorie protette per tutelare il posto di lavoro
Verona ancora una volta si fa promotrice di una causa importante e questa volta la città scaligera scende in campo per tutelare il posto di lavoro di chi viene sfregiato con l’acido o con il fuoco. Vittime di aggressioni crudeli, molto spesso donne che, una volta subita la ‘tortura’, devono ricorrere a lunghe cure, perdendo l’attività professionale. Cicatrici fisiche e psicologiche che rendono difficoltoso il reintegro lavorativo e il ritorno alla normalità. È iniziato l’iter per chiedere al Parlamento di modificare la legge 68 del 1999, dedicata alle ‘Norme per il diritto al lavoro dei disabili’. E, in particolare, per far inserire tra le categorie protette anche le vittime di aggressione con l’acido, detto anche vitriolage, e da ustioni permanenti causate dal fuoco. A chiederlo una delle mozioni approvate durante l’ultima seduta di Consiglio comunale. Spunto la storia di Barbara Bartolotti, vittima di aggressione, e l’introduzione del reato di sfregio con il ‘Codice Rosso’. Barbara Bartolotti nel 2003 è stata quasi uccisa da un collega di lavoro. Sposata, mamma di due bimbi, in attesa del terzo, era impiegata in una azienda edile. Un giorno, un collega che lavorava con lei, e sul quale non aveva alcun sospetto, le chiese di parlare e, a tradimento, la portò in un luogo sconosciuto, la colpì con martello e coltello, per poi darle fuoco. Condannato a 21 anni, grazie a sconti di pena e indulto, ha fatto solo pochissimi giorni di carcere. Oggi è assunto in banca, mentre Barbara, dopo aver perso il bambino che aveva in grembo, non ha più trovato un’occupazione. L’assessore alle Pari opportunità è intervenuto affermando che l’attenzione dell’Amministrazione sulle vittime di violenza è altissima, dovuta a questo la richiesta di modifica sulla legge sul lavoro, visto che il ‘Codice Rosso’ ha introdotto il reato di sfregio al volto come lesione gravissima.