Ecco cosa emerge sulla qualità delle cure offerte dalla struttura ospedaliera
‘Prevenire è meglio che curare’, recita il detto. Ed è quello che si sta facendo, attraverso un controllo sempre più scrupoloso volto a testare l’impatto della malattie e dei trattamenti sulle donne colpite dal cancro alla mammella. L’indagine è a cura dell’ospedale Mater Salutis di Legnago e dai questionari, è emerso che una donna su cinque, circa il 22% delle intervistate, ha meno di 50 anni, mentre ben il 41% ha più di 65 anni. Durante la cura, solo il 20% delle pazienti fa attività motoria intensa, mentre il 51% preferisce fare il minimo sforzo. Gli esperti, sottolineano come l’attività fisica sia utile prima della diagnosi del tumore, ma soprattutto dopo perché contribuisce a diminuire la mortalità legata alla malattia. Nello studio fatto, non sono mancate le sorprese: il 71% delle donne ha dimostrato come principale conseguenza delle cure antitumorali, la perdita di capelli e la variazione di peso. Ma fortunatamente, i trattamenti chemioterapici, ai giorni nostri sono sempre più all’avanguardia, limitando così gli effetti collaterali.