Ecco il risultato dell’indagine condotta dai carabinieri del Noe
Dopo il processo tenutosi nel vicentino per capire da dove viene la contaminazione da Pfas che da anni interessa moltissimi cittadini tra Verona, Vicenza e Padova, si è scoperto che questa, è generata dal terreno sotto l’azienda chimica Miteni, di Trissino. Il motivo? La bonifica dei terreni che, è in procedura fallimentare da anni, viene rinviata a causa del mancato smantellamento dell’impianto dell’azienda. A scoprirlo e ad indagare sulla pericolosa situazione, Manuel Tagliaferri, maresciallo maggiore dei carabinieri in servizio al Nucleo operativo ecologico di Treviso che ha condotto, su incarico della procura berica, i tre filoni d’indagine da cui è scaturito il procedimento giudiziario che continuerà poi il 19 maggio. E così, al processo, 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation sono accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. Già negli anni 90’, le proprietà dell’epoca di Miteni conoscevano la presenza di situazioni di inquinamento dei terreni. Situazioni poi che sono state confermate anche da studi successivi. A destare l’attenzione degli inquirenti, era stato l’ultimo passaggio di proprietà di Miteni, avvenuto nel 2009. Intanto, gli studi per capire la contaminazione di queste sostanze, continua senza sosta.