Il galletto si sa è un piatto che piace senza distinzione di età, nazionalità e pensiero; insomma un tutto pasto che fa da piatto unico in grado di accontentare le pretese di intere famiglie. Logicamente per far innamorare grandi e piccini il re galletto deve soddisfare queste condizioni: avere una carne gustosa e speciale, essere cucinato e grigliato nella maniera giusta non troppo crudo né troppo cotto, essere un piacevole carosello di rare spezie non troppo forti né troppo leggere affinchè, così servito nel suo regale piatto accompagnato da deliziose patate oppure circondato da verdure grigliate, possa esprimere il massimo delle sue qualità ovvero tenerezza, gusto e friabilità.
Bene vi chiederete a questo punto dove esista un galletto che possa accontentare tutte quelle condizioni sopra descritte e rendere a fine pasto davvero felici e sazi?
Un galletto così lo potete solo trovare solo nel suo magico Regno che oggi ha un nome una nuova conduzione, nuovi proprietari e una nuova filosofia del mangiar bene; questo nuovo Regno è a pochi chilometri dalla Valpolicella precisamente in quel di Pescantina e il nome, che la dice lunga su quanto il galletto sia qui protagonista indiscusso, si chiama GALLINERO.
Alla guida di questo luogo incantato, di questo Regno del gusto, troviamo una coppia effervescente e dinamica marito e moglie AugustoNalini e Stefania Carcereri de Prati che hanno preso direttamente in mano le redini del Gallinero rivitalizzandolo sino a portarlo oggi ad essere una tappa obbligata per chi vuol mangiare bene a prezzi contenuti. Naturalmente la magia dei galletti passa attraverso le abili mani del cuoco che trasmette a ogni portata la sapienza millenaria delle spezie mediorientali che diventano un tutt’uno con le ottime carni bianche.
Prima osservazione inequivocabile è quella che riguarda il raggiungimento di questo locale il cui logo sovrasta in bella mostra una grande rotonda e quindi sbagliare o perdersi è un’impresa davvero quasi impossibile
Piacevolissimo il viale che fa da ingresso e da uscita per i clienti alberato spazioso adatto insomma a tutti i tipi di guidatore per poi sfociare in un parcheggio molto vasto, abbondante e facile da utilizzare.
All’ingresso il Gallinero appare subito come un locale molto familiare, ampio (280 posti a sedere interni e circa 110 di plateatico esterno!!!) e certamente accogliente; Augusto e Stefania insieme ai loro collaboratori in un baleno ti accompagnano velocemente ai tavoli che sono ampli ben piazzati e soprattutto, come piace a me, non si mangia sacrificati col gomito uno attaccato all’altro ma con dimensioni generose che da subito fanno del pranzo o della cena al Gallinero, un’esperienza positiva. Da non dimenticare che il piatto principe del Gallinero è sì il galletto, ma esistono svariati piatti con o senza griglia che possono soddisfare tutti i gusti e le richieste inclusa anche la pizza di ottima fattura e generosamente guarnita.
Va ricordato che si trovano piatti e bevande senza glutine per intolleranti allo stesso, celiaci ecc.
Il servizio è rapido, esaustivo e cortese un team preparato che certamente potrà soddisfare le esigenze di chi sta leggendo questo viaggio nel gusto.
Al Gallinero il re galletto come si scriveva all’inizio, viene cotto con proverbiale capacità dallo chef Mimmo a suon di griglia. Dopo aver riposato e aver fatto propri i migliori umori di sapienti spezie che ne danno una piacevolezza mai provata prima d’ora.
All’arrivo del mio galletto rilevo subito la generosità della porzione, insomma per dirla in breve di certo qua al Gallinero di fame non si muore; la cottura esperta lo rende croccante e gustoso così come le spezie gli conferiscono un gusto piacevole ed unico accompagnato da delle salse squisite ma soprattutto da un esercito di patate che mi hanno deliziato in questa estasi del gusto…
Se dovessi trovare un termine che conferisse al galletto che ho consumato una giusta e realistica attribuzione, sceglierei il termine spettacolare: è un piatto davvero spettacolare .
Ah dimenticavo che nel mentre sprofondavo nell’estasi del gusto, la presenza discreta di Augusto e dei suoi collaboratori non veniva mai a mancare al contrario della birra media che felicemente mi sono trovato a riordinare dal momento che poche volte ho avuto modo di imbattermi in una birra chiara così gustosa e come si dice dalle nostre parti” beverina”…..
La curiosità non è solo femmina ma è anche maschio e quindi, forte di questa convinzione, non ho resistito ad assaggiare uno dei vari dessert proposti dal Gallinero. Quale? Inevitabilmente la sfida non poteva non cadere che sul classico dei classici, sul dolce, almeno per me, che rappresenta passato presente e futuro ovvero il tiramisù. L’esperienza col tiramisù del Gallinero è sintetizzabile in delizioso, insomma un tuffo nella bontà.
A questo punto chi scrive avrebbe voluto rompere la monotonia di elogi tutti oggettivi e meritati puntando sul classico errore che molti gestori compiono un pò per disinformazione, un pò per contenimento dei costi, un po’ dimenticando che il caffè per gli italiani non è una bevanda è un rito.
Era proprio sul caffè che pensavo di trovare in fallo il Gallinero ma, amici e amiche che mi state leggendo, anche qui sono uscito sconfitto a causa di uno squisito espresso sapientemente lavorato da una piccola torrefazione che Augusto e Stefania sono andati meticolosamente a ricercare.
Andando verso la cassa e comparando le mie ultime cene in vari locali di Verona e provincia mi preparavo spiritualmente e anche economicamente a essere per l’ennesima volta, usando un termine che ben si adattava all’ambiente, spennato.
L’ottimo Augusto omnipresente per tutto il perimetro del locale era di fronte a me armato di cassa e di numero del tavolo e, in una sorta di sfida all’oK corral , si accingeva a preparare la pistola da estrarre sotto forma di scontrino fiscale.
Con sorriso affabile Augusto mi ha allungato il dovuto che forse per colpa delle medie e della piccola in termini di birre che avevo gustato, subito non ho avuto la prontezza di focalizzare ma a una lettura più attenta, assolutamente sorpreso mi sono detto che stavolta sarei tornato a casa con tutte le mie penne e con tanta soddisfazione.
Con un sorriso a 39 denti ho felicemente saldato il mio conto e, approfittato della cortesia di Augusto che mi ha servito un non ti scordar di me più comunemente conosciuto come “sgropin” di liquirizia . Soddisfatto di questa esperienza ho raggiunto l’auto lasciandomi alle spalle il Gallinero con la promessa di ritornarci a breve.
Ah dimenticavo: vi chiederete l’ammontare del mio conto che ricordo comprendeva un galletto con patate, una birra media, una birra piccola di rinforzo, un generoso tiramisù e un ottimo caffè il tutto per la modestissima cifra di euro25.
Considerando che tre sere prima avevo lasciato sul campo 12 € per un affogato al caffè mi sa che al Gallinero mi vedranno spesso!
Come diceva il grande e Renzo Arbore: meditate gente meditate……..