Si parla niente meno che del Registro della Buone Pratiche di salvaguardia del Patrimonio culturale Immateriale Unesco
Il Festival dei Giochi Antichi entra così a far parte ufficialmente nel Registro delle Buone Pratiche UNESCO. Il sì definitivo è arrivato ieri da Rabat, in Marocco, durante la XVII sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, in programma fino al 3 dicembre nella capitale marocchina. Un risultato arrivato dopo un lungo iter di valutazione, iniziato circa due anni fa, e frutto di un gioco di squadra, con l’Italia capofila di una candidatura multinazionale, che ha visto schierati anche Belgio, Cipro, Croazia e Francia. Tutti in prima linea per salvaguardare il gioco tradizionale. Per l’Italia si tratta della prima iscrizione al Registro delle Buone Pratiche di salvaguardia, uno strumento innovativo e impegnativo che si distingue dalle Liste (in particolare la Lista Rappresentativa, fino ad oggi l’unica utilizzata dall’Italia) per un forte impegno nella sperimentazione di pratiche di effettiva salvaguardia del patrimonio vivente. Una candidatura frutto degli sforzi congiunti di AGA – associazione capofila della rete di comunità e istituzioni locali che fin dal 2003 ha trovato il supporto da Comune di Verona e della Regione del Veneto – e del Ministero della Cultura italiano che, con L’Ufficio UNESCO del Segretariato Generale del Ministero della Cultura italiano, ha coordinato a livello tecnico-scientifico-istituzionale la Candidatura UNESCO del Programma Tocatì in dialogo con gli Uffici competenti degli Stati-parte coinvolti: Belgio, Croazia, Cipro, Francia.