A cura di Claudio Gasparini
“Chi sono, da dove vengo? Alla mia non più giovane età, queste sono le domande che mi pongo spesso. E allora dirò subito che mi chiamo Lucia Beltrame, ho preso il nome della cara bisnonna Lussia, Lucia”. E’ nata e risiede a Verona, ma ha trascorso la sua infanzia e giovinezza in un piccolo paese della Bassa Veronese: San Pietro di Morubio. E’ cresciuta in una famiglia di modeste condizioni, ma ricca d’amore e di buoni sentimenti; “direi che sono vissuta sempre tra musica e poesia”, ammette. “Sì, proprio così; mio padre, marangon ma anche organista e mia madre casalinga con voce da mezzosoprano, mi hanno allevata tra canzoni e poesia”. Zia Augusta amava recitare e scrivere poesie, così pure sua madre e anche il nonno Santo. “Erano poesie semplici, per lo più dedicatorie, ma ricche d’amore e di carica emotiva”. Sentimenti insiti nell’animo di Lucia che la portano a pubblicare il suo primo libro poetico “Via Larga, 14”, dedicato alla casa avita dei nonni. Diventati grandi e indipendenti i tre figli, ha continuato a scrivere variando tra libri di storia, saggistica, traduzioni nel suo dialetto di testi classici e altri libri di poesia in italiano e in dialetto. “Per me dialetto vuol dire parlarlo. Non ho mai smesso di farlo, parlare dialetto, quello della Bassa Veronese”. Parla, pensa e scrive in dialetto. Fin dal 1996 ha collaborato al mensile di cultura e tradizioni venete, Quatro Ciàcoe, che ha compiuto 40 anni nel 2022, “ora non viene più pubblicato per mancanza di sostegno economico”, che ospitava articoli provenienti dalle sette province venete, compresi i suoi. Ha già scritto libri di narrativa e poesia in dialetto, tra i quali: A pié descalzi. Quando el sole va in catinora, Al calar de la luna, El me Nadale, Quando tase el vento e altri. Nei tre anni di ritiro per la pandemia ha tradotto in dialetto Fòle da sognare, Versus de Verona, El Principe Butin. In questo libro la frase più famosa è: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi, … E dal cuore del Piccolo Principe a quello del libro Cuore il passo è stato breve: Córe, traduzione di Cuore. Si è appassionata a questo libro fin da bambina quando ha visto al cinema parrocchiale il film Dagli Appennini alle Ande e poi sentendo anche la maestra Odina Signori Menini, mamma di suo marito Giorgio; raccontava che da Quaderni di Villafranca dove abitava, faceva in bicicletta la strada Cavalchina per andare a insegnare alla scuola di Custoza e nominava sempre i luoghi del Tamburino Sardo e della Piccola vedetta lombarda. Sulla sua produzione letteraria sono molte le recensioni ricevute, Dino Coltro, Ida Benedetti, giuria del Premio Atheste, Luciana Gatti, Wanda Girardi Castellani, ben quattro da Mario Klein, tanto per citarne alcune. Lucia è una Donna ottimista, possibilista e determinata a realizzare i suoi sogni. Dal 1994 è Dama dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ricevette l’investitura nella Basilica di Monte Berico a Vicenza. Conclude l’incontro con una considerazione: “per capire il presente occorre guardare al passato; i ricordi favoriscono la memoria, la conoscenza e l’amore del nostro passato. Per me chi ama la memoria, la storia, la poesia e la nostra lingua veneta è sempre da ammirare”.