In Veneto quest’anno si sfiorano i 2,8 miliardi di euro e 12,6 milioni di ettolitri di vino
Numeri da capogiro che proiettano il Veneto in vetta alla classifica delle Regioni vitivinicole italiane. L’export di vino veneto a fine 2022 potrebbe sfiorare i 2,8 miliardi di euro. Tutti i numeri del comparto presentati ieri a Lonigo in occasione dell’ormai ‘storico’ focus di fine anno promosso da Regione del Veneto, Veneto Agricoltura e Avepa. La vendemmia 2022 nel Veneto ha prodotto oltre 15 milioni di quintali di uva (15.041.859), in gran parte DOC (72,05%), DOCG (10,54%) e IGT (14,52), a conferma dell’alta specializzazione raggiunta dai produttori veneti. Data la perdurante siccità che aveva accompagnato le diverse fasi fenologiche della vite e a causa della diffusione della flavescenza dorata, gli esperti avevano previsto una leggera riduzione della produzione. Invece, grazie alle precipitazioni che sono sopraggiunte dopo la metà di agosto, nei vigneti si è registrata una ripresa produttiva, tanto che al termine della vendemmia è stato raggiunto un +7,44% di uve raccolte rispetto al 2021. Di conseguenza, anche la produzione di vino è cresciuta rispetto all’anno precedente raggiungendo i 12.599.841 milioni di ettolitri (contro gli 11.746.774). Nel frattempo, la superficie vitata nel Veneto ha sfondato quota 100mila (101.165 ettari). “Sono numeri importanti – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner – che collocano il Veneto ai vertici delle Regioni vitivinicole italiane. In particolare, considerando il vino prodotto, la nostra Regione con i suoi 12,6 milioni di ettolitri si conferma Regione leader in Italia, davanti a Puglia (10,6 mln hl), Emilia-Romagna (7,4 mln hl) e Sicilia (4,3 mln hl). Il comparto vitivinicolo rappresenta dunque una delle locomotive dell’economia veneta, anche se non mancano le problematiche: pensiamo alla flavescenza dorata, ai rischi derivanti dalla siccità e ad criticità che la Regione del Veneto sta monitorando e affrontando con iniziative di supporto, non solo economico, per i produttori”.