I luoghi ‘umani’ della città a misura d’uomo
I quattro pilastri su cui si regge la vita della città, della sua comunità, il suo essere sistema vivente in quanto territorio sono: Abitare, Commercio, Accoglienza e Cultura, un agire tra questi che si interseca e crea il tessuto urbano, tra pubblico e privato. Gli spazi pubblici sono così il nostro futuro, il nodo di una progettazione nuova e consapevole, ‘umana’, non nostalgica, ma sostenibile, che metta al centro la persona, là dove il futuro di ieri è oggi. Questo è il filo conduttore del talk che si è tenuto in Cortile Mercato Vecchio su iniziativa di In/Arch Triveneto, sezione dell’In/Arch, Istituto Nazionale di Architettura fondato da Bruno Zevi, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Verona e con il patrocinio del Comune di Verona. “Abbiamo volutamente scelto il cortile – spiega Matteo Faustini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Verona – per riacquistare l’utilizzo di uno spazio pubblico come bene comune, dove i centri storici si riappropriano della propria identità di città, fatta per i cittadini e per l’abitare. Vogliamo essere di stimolo per promuovere una nuova visione di città partendo dallo spazio pubblico come bene comune”. Il cortile e il mercato, due luoghi urbani, ovvero spazi con relazioni storiche economiche, affettive e altro, costituiscono il carattere degli spazi pubblici delle città italiane, in particolare di quelle con origine medioevale come Verona, come molte del Triveneto. “La città deve essere a misura d’uomo, – è intervenuto Sandro Boscaini, imprenditore e ideatore del Premio Masi – in primis una città viva e al servizio dei propri cittadini e del vivere bene, nel rispetto del turismo. Tutto questo si può fare se c’è un hinterland che è in osmosi con la città, che porta turismo e conoscenza del territorio. Andiamo nella specificità della nostra terra”.