Ancora 142 le zone carenti nel veronese. Necessario l’impegno di Governo, Regione e Sindaci
“L’iniziativa, per ora isolata, di un laboratorio privato di Treviso che fa pagare un corrispettivo a mo’ di ticket per erogare servizi di assistenza primaria, è il segno lampante che l’emergenza riguardante la carenza di medici di base, finora governata poco e male, rischia di rompere gli argini per sfociare in una inaccettabile deriva privatistica, come del resto è già nei fatti per quanto riguarda le visite specialistiche in cui i ritardi di risposta del soggetto pubblico spingono i cittadini a rivolgersi a servizi di diagnostica e cura privati” esordisce così il sindacato Spi Cgil Verona in merito al tema dei ‘medici di base a pagamento’. Il tema di Treviso e della privatizzazione strisciante della sanità ricorre frequentemente nelle assemblee pre-congressuali che il sindacato tiene in queste settimane su tutto il territorio veronese. “Assordante e inaccettabile è il silenzio di una parte della politica, che sarebbe chiamata, a partire dal livello nazionale di Governo, a programmare e ad affrontare i problemi che affliggono pensionate e pensionati. Invece constatiamo che i temi sul tavolo in questo inizio di Legislatura vertono su tutt’altri argomenti – prosegue Spi Cgil -. Anche la Regione è chiamata ad assumere iniziative urgenti per rimediare al grave deficit funzionale del sistema sanitario Veneto: gli ultimi dati rilasciati da Azienda Zero confermano che sul territorio veronese ci sono ancora 142 zone carenti di medico di base contro le 146 di Agosto. I Comuni veneti e veronesi devono raccogliere le richieste e talvolta il grido di dolore che proviene dalle pensionate e dai pensionati, affrontando il tema del caro bollette e, per quanto riguarda la sanità, la carenza di medici di famiglia e i tempi lunghi di prenotazione delle visite e le difficoltà stesse a riuscire a prenotarle, creando le condizioni professionali e logistiche che favoriscano l’accettazione da parte dei medici di medicina generale degli incarichi nelle zone ancora scoperte da servizio di medico di base”.