L’intervento di Confagricoltura Verona
Meno mais e soia, più frumento. Gli agricoltori veronesi quest’anno semineranno più grano, coltura che ha meno bisogno di acqua e che quindi nel 2022 ha sofferto meno la siccità rispetto al granoturco. Si stima un 30% di semine in più, anche grazie alle ottime performance di mercato che nel 2022 hanno segnato un +43% del prezzo medio annuo per il frumento tenero e +34,8% per il frumento duro. “Il mais è in crisi perché è diventata una coltura costosa – spiega Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. Ha bisogno di molto concime, che sta calando come costo ma è ancora caro, e di agrofarmaci in campo per gli insetti e le aflatossine, che inquinano la granella nelle annate calde. E ha bisogno di tantissima acqua, che nell’ultimo anno si è vista assai poco sia dal cielo, sia come attingimento e irrigazione di soccorso. La soia sarà preferita al mais, perché costa meno la coltivazione e i prezzi sono pure stati interessanti, con un aumento medio del 10,4%. Tuttavia, le superfici saranno in diminuzione in quanto, in autunno, molti agricoltori hanno preferito seminare frumento, che dà più garanzie di produzione e di soddisfazione economica”. Anche Chiara Dossi, presidente della sezione Cereali alimentari di Confagricoltura Veneto è intervenuta e ha sottolineato che la carenza di mais comporterà problemi per gli allevamenti in quanto la granella viene utilizzata per i mangimi in molte specie di animali da allevamento come pollame, bovini e suini. E la mancanza sarà sentita soprattutto dalle filiere che necessitano di prodotto italiano, come alcune grandi aziende e i consorzi. Del resto, se la siccità e le alte temperature del 2022 dovessero diventare una costante, gli agricoltori saranno obbligati a cambiare rotta. E dovranno farlo anche le aziende dotate di impianti di irrigazione, perché senza acqua sarà difficile farli funzionare.