Acceso il confronto fra il Comitato e l’Amministrazione
Sabato 17 giugno il Comitato Salviamo Parona e Arbizzano ha riunito un centinaio di persone è partito alle 9:00 dalla zona industriale del paese, in cui è presente un altro salumificio in via di preoccupante espansione, e si è snodato per le vie interne, come da prescrizione concordata con gli incaricati del Municipio e della Questura di Verona, fino alla rotonda della Meridiana, unico momento in cui il traffico locale ha dovuto subire disagi per la manifestazione, per poi arrivare in Piazza Vittorio Emanuele di fronte alla sede comunale. Lì, davanti ai partecipanti aperti a ventaglio, a cui si sono uniti i passanti, il presidente Sergio Cucini in un breve discorso ha elencato ai presenti il motivo della protesta, brandeggiando trappole per mosche ricolme della “raccolta di un solo giorno – affermando tra l’altro – Qui vedete concittadini esasperati, che hanno portato in piazza a Negrar la testimonianza dei disagi che quelli che vivono e lavorano a sud, lontani, e quelli oltre il confine del comune, subiscono da anni e in maniera drammatica da troppi mesi…”. Al termine i partecipanti sono rientrati ai loro mezzi a piedi mentre Cucini e una delegazione del Comitato sono stati ricevuti dal sindaco di Negrar, Grison nei locali del Comune di Via Francia per un confronto, a tratti acceso, durante il quale, oltre alla consegna al primo cittadino di un memorandum riportante le motivazioni della protesta. Sul futuro dell’area, il Sindaco ed il Comitato sono rimasti nelle rispettive posizioni: il primo ribadendo che la destinazione era già stata stabilita da precedenti amministrazioni, il secondo ritenendo che, dal momento che l’ampliamento era stato consentito sulla base di documenti (VIA e VAS) che riportavano criticità evidenti, sulla base dell’evento disastroso accaduto sarebbe opportuno rivedere le autorizzazioni e non sottoscrivere la convenzione per l’ampliamento né concedere ulteriori proroghe. Ben oltre le 12 la riunione è stata sciolta senza ulteriori impegni.