I lettori ci scrivono
Abitudini alimentari e ambiente
Egregio Direttore
Abitudini alimentari e pratiche di produzione agricola comportano l’aumento della temperatura globale, entro il 2100, di un grado. Il cibo, in sostanza, cosi come è concepito e consumato in questi tempi è causa rilevante del cambiamento climatico. Siamo in tanti e tutti vogliamo mangiare ogni cosa in ogni stagione, pertanto è utile sapere quale filiera per la produzione alimentare ha il più forte impatto ambientale. La carne, per esempio, ha dei costi ecologici enormi, considerato il consumo pro capite in Italia, di circa 90 kg annui (dati FAO) distribuiti cosi: carne di maiale 37 kg; carne bovina 21 Kg; carne avicola 19 kg; insaccati e altro 13 Kg. La carne rossa è la più devastante sotto il profilo ambientale, il 99% delle foreste distrutte è utilizzato per l’agricoltura e l’allevamento intensivo (stiamo parlando di milioni e milioni di ettari). Si distruggono immense aree di foreste per seminare mais e soia, che alimentano milioni di bovini in tutto il mondo. Si utilizzano fitofarmaci, diserbanti e prodotti chimici di ogni genere per ottenere il massimo profitto e si consuma una enorme quantità di acqua. Si stima che per ogni kg di carne rossa prodotta occorrano 11.000 lt di acqua. Va un po’ meglio per il maiale (6000 lt7kg) e meglio ancora per il pollo (2000 lt/kg). A conti fatti ogni italiano consuma ogni anno 230.000 lt di acqua per il consumo di carne rossa, se aggiungiamo la carne di maiale (220.000 lt) e quella del pollo (altri 38.000 lt) il totale dovrebbe spaventare chiunque. Anche in questo caso le scelte di ogni singola persona sono importanti, scegliendo cibi con basso impatto ambientale, riducendone il consumo e non sprecando nulla, si aiuta il nostro povero pianeta a sopravvivere.
Grazie per l’ospitalità
Circolo Legambiente Valpolicella
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Chiedo più umanità nelle Case di riposo
Una mia cara amica Titti D’Amico, ballerina e appassionata di camminate in montagna, una sera durante una festa è stata colpita da un ictus che le ha provocato la paralisi della parte sinistra del corpo. Ora è ospite in una casa di riposo In centro a Verona, costretta ad una vita non certo piacevole. Per sollevarle un po’ il morale in un gruppo di amici abbiamo chiesto alla direzione della RSA che un fisioterapista suo amico, una volta la settimana, per un’ora potesse farle un massaggio. L’assistente sociale, a nome della direttrice, del medico e della fisioterapista presenti all’incontro ci ha detto le testuali parole: “Nella vita bisogna imparare ad accettare quello che ci succede e non si può far coltivare una speranza a chi non potrà mai più camminare perchè le illusioni peggiorano la situazione. Bisogna che la vostra amica si accontenti che qualche volta la portiate fuori con la carrozzina a bere un caffè”. Noi abbiamo più volte ripetuto che conosciamo molto bene la situazione della nostra amica, ma vorremmo darle un sostegno morale, una speranza per sollevarla dalla disperazione. La risposta è stata? NO!!! Non può una persona rinchiusa in una casa di riposo perdere ogni libertà ed essere alla mercè di chi comanda in quel momento. E’ disumano e inacettabile. Ho scritto questa lettera per condividere con tanti una situazione cha può essere compresa solo da chi frequenta questi luoghi e la invierò al nostro Sindaco e al nuovo Vescovo.
Flora Giardina