Chiamato in causa l’Antitrust. Necessario indagare
Ancora rialzi per i prezzi di benzina e gasolio. Lo denuncia il Codacons che, analizzando i prezzi comunicati dai gestori, registra listini record in alcune zone d’Italia. Ad esempio in Sardegna si toccano per la benzina 2,349 euro al litro per il servito. Dopo questo ennesimo rialzo, a seguito del mancato taglio delle accise, il Codacons ha deciso di chiamare in causa l’Antitrust chiedendo di aprire una istruttoria per la possibile fattispecie di intesa anticoncorrenziale. “Vogliamo capire se all’interno della filiera dei carburanti ci siano cartelli, accordi o altre strategie vietate dalla legge tese a far salire immotivatamente i listini di benzina e gasolio alla pompa – spiega il Codacons – Al netto dell’aumento delle accise deciso dal Governo che non ha prorogato lo sconto di 18,3 centesimi, l’incremento dei prezzi registrato negli ultimi giorni presso i distributori di tutta Italia sembra non rispondere all’andamento delle quotazioni petrolifere”. Già pronta la denuncia che verrà esposta oggi a Procure e Guardia di Finanza, oltre che all’Antitrust, dove verrá richiesto di aprire una pratica per possibile cartello anticoncorrenza nel settore dei carburanti, e di acquisire presso tutti gli operatori della filiera la documentazione utile a capire se siano in atto manovre speculative per far salire in modo ingiustificato i listini alla pompa. “Chiediamo al Governo di estendere gli ambiti di applicazione della legge 231 del 2005 che vieta gli aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio nel settore agroalimentare, introducendo lo stesso principio anche al comparto dei carburanti e definendo in modo certo e preciso il ‘prezzo anomalo’, ossia la percentuale massima di aumento dei listini oltre la quale scatta l’illecito sanzionabile in base alle leggi dello Stato” – conclude il presidente Carlo Rienzi.