Dopo 6 anni la questione deve essere ancora risolta per l’assenza di un testimone
All’interno di un fascicolo che da più di 6 anni gira all’interno degli scaffali della Procura, un cittadino di origine marocchina di 32 anni viene accusato di furto di energia elettrica per un valore di 23 euro, nell’abitazione di via Vittorio Emanuele II, a Monteforte d’Alpone in cui viveva. Di lui però, non si sa più niente. Le udienze continuano ad essere rimandate come l’ultima, che ha fatto slittare tutto a settembre perché mancava il teste ovvero un dirigente dell’Enel che doveva certificare in aula, l’ammanco delle casse. Questo fatto risale precisamente al 9 dicembre 2016. Il 32enne era entrato nella casa di proprietà di un connazionale che l’aveva appena lasciata perché non riusciva più a sostenere le spese del mutuo e sdecise di occupare l’appartamento in modo illegale. La prima cosa che il marocchino ha fatto, è stata quella di scendere nel sotterraneo, armeggiando i fili dell’elettricità e collegandoli alla rete Enel. Lo straniero è rimasto nell’appartamento solo 10 giorni, consumando appunto 23 euro di bolletta e appena scoperto, è stato denunciato dai carabinieri per il collegamento abusivo effettuato. All’Enel non interessava molto la questione, in quanto l’energia sottratta era di pochi euro. In Procura però, si va avanti con la contestazione che impedisce l’archiviazione del fascicolo per tenuità del danno. Ancora non si sa come andrà a finire questa storia, ma solo una cosa è certa: non ci sarà risarcimento danni perché l’Enel, non si è costituita parte civile.