I pareri contrari del ministro Tajani e di Confartigianato
È stata annunciata la scelta presa dal Parlamento europeo sul taglio ai motori a benzina e diesel a partire dal 2023. Ma la decisione sembra non essere condivisa da tutti, infatti sono già scattate le prime polemiche. Primo tra tutti è intervenuto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha dichiarato che bisogna porsi obiettivi ambizioni, ma che possano essere raggiungibili non solo sulla carta. Sembra dunque che l’Italia avanzerà una controproposta: limitare la riduzione al 90%, dando la possibilità alle industrie di adeguarsi. Definito dunque un “errore grave” da Tajani la scelta di mettere fine alla costruzione di motori non elettrici a partire dal 2035. Dice la sua anche Confartigianato Verona, che attraverso il presidente Roberto Iraci Sireri esprime forte preoccupazione per questa scelta di transizione che “perde l’orizzonte realistico. L’iniziativa europea prevede tappe fin troppo rapide di avvicinamento a una rivoluzione verde che, come conseguenza, porterà a rischi per occupazione, economia e sussistenza di piccole e medie imprese, e a riconversioni aziendali forzate per i produttori di componentistica, per gli autoriparatori, gli autotrasportatori, senza dimenticare tutti noi, acquirenti e utilizzatori di qualsiasi tipo di veicolo, per lavoro o per uso privato. La ricerca di soluzioni all’inquinamento e al cambiamento climatico – conclude Sireri – è certamente condivisibile, sacrosanta e inevitabile. Tutti siamo chiamati a contribuire, ma ciò che ci preoccupa è il come sarà tale ricerca”.