A cura di Claudio Gasparini
Sembra un Angelo sceso dal cielo ma è uscito dalle mani abili della scultrice Maria Angela Fiorasi. Ha sempre avuto la passione per l’arte iniziando a produrre le sue prime opere sin da giovane durante il percorso che la porterà al conseguimento del diploma all’Istituto Tecnico Femminile. L’attenzione per l’educazione, l’individuo nella sua complessità e i rapporti sociali condurranno Maria Angela Fiorasi a conseguire un Diploma universitario in ‘Economia e Merceologia degli Alimenti’ e una laurea in Pedagogia presso l’Università di Padova. Con il pensionamento si risveglia la sua innata passione per l’arte. La partecipazione a svariati corsi di perfezionamento in tecnica della lavorazione della ceramica e modellato la portano a sperimentare diverse forme artistiche. Attualmente si sta dedicando alla produzione di opere in raku che da tempo desiderava realizzare. “Ho avuto l’opportunità di mettermi alla prova con questa tecnica e mi sono appassionata. Quando dò lo smalto prima di mettere la scultura nel forno mi sento libera, entro in un altro mondo e aspetto con tranquillità le sfumature del colore che uscirà. Ogni volta è una sorpresa, sempre e comunque emozionante”. Dopo un lungo processo preparatorio l’opera è pronta per essere ammirata. “E’ una soddisfazione vedere l’opera finita, posso dire ‘ecco è riuscita’. Raku. “E’ una antica tecnica di ceramica giapponese risalente al XVI secolo legata alla filosofia Zen – spiega Maria Angela – il cui significato primitivo è ‘lascia che accada’. Infatti le caratteristiche peculiari del Raku sono l’asimmetria, l’irregolarità e l’imprevedibilità”. Per ottenere oggetti e sculture Raku si utilizza una particolare argilla, ricca di sabbia, miscelata a terracotta macinata, che rende l’impasto poroso e resistente agli sbalzi di temperatura. “Una volta plasmato, il pezzo è sottoposto a ‘biscottatura’ con la tecnica tradizionale che prevede un lento e graduale raggiungimento di 980° seguito da un altrettanto lento e graduale raffreddamento”. Continua l’artista “l’opera viene successivamente smaltata con smalti a bassa fusione ed introdotta nel forno già caldo, rapidamente portato a 920° circa. Raggiunta la temperatura i pezzi estratti, incandescenti, vengono coperti di segatura, paglia o foglie secche per ottenere una atmosfera ‘riducente’ in cui si ‘lascia la scia che accada’ come detto in premessa. Appena le fiamme abbandonano definitivamente l’opera, si completa il percorso creativo con un brusco raffreddamento in acqua che porta a compimento gli effetti di craquelatura e riflessi metallici unici e solo in parte programmabili del Raku”. La scultrice è socia e tesoriera dell’Accademia d’Arte e Artigianato Artistico di Verona.