Istituzioni in silenzio e più di 100 pescatori preoccupati per il divieto di ripopolamento del pesce che, da circa 2 anni, non viene più immesso nelle acque del Lago
Istituzioni in silenzio e più di 100 pescatori preoccupati per il divieto di ripopolamento del coregone, più
conosciuto come lavarello, che da circa due anni non viene più immesso nelle placide acque del nostro Lago. A stabilirlo, è stata una normativa europea di inizio anno che aveva l’intento di garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali delle specie di flora e di fauna minacciati. Il rischio però ora, è che da qui ai prossimi anni, ci ritroveremo senza lavarello. Il pesce in questione, è stato introdotto nel Garda 100 anni fa per stimolare pesca e pescicoltura, favorendo così lavoro e disponibilità alimentare alla popolazione. Adesso è catalogato come specie alloctona invasiva e come tale, per le normative vigenti, non può essere né riprodotto, né immesso. Una soluzione c’è, ma è difficile da ottenere: si potrebbe chiedere una deroga solo se Veneto, Lombardia e Trentino, si impegnano in un piano definitivo di studio della biomassa ittica. Si attendono ora ulteriori aggiornamenti. La speranza ora è che il pesce di lago, patrimonio significativo per le nostre tradizioni culinarie, vengo tutelato e protetto.