L’associazione ricorda Ennio che avrebbe compiuto 95 anni lo scorso 23 aprile
Il 23 aprile avrebbe compiuto 95 anni il Presidente Provinciale Ennio Trivellin,morto 6 mesi fa. Aned Verona lo ricorda e lo rimpiange con affetto e nostalgia per quanto ha fatto in una lunga vita, segnata irrimediabilmente dalla deportazione a 16 anni nei campi di concentramento di Bolzano e Mauthausen, per la scelta fatta, giovanissimo, di combattere contro il nazismo invasore e il fascismo. Ennio non ha mai voluto festeggiare il suo compleanno perché a Gusen, campo satellite di Mauthausen, nella notte tra il 22 e il 23 aprile (Ennio lo ricordava bene, perché in quel luogo di abominio e terrore, compiva 17 anni) il suo amico e compagno di scuola Eliseo Cobel, che si era fatto ricoverare in infermeria (Revier), insieme a tutti gli altri che si trovavano lì, è stato massacrato dai nazisti, che, nella disfatta, cercavano di sbarazzarsi e nascondere l’immane devastazione di cui erano stati autori. Ennio raccontava sempre, anche da anziano con le lacrime agli occhi, quanto avesse scongiurato Eliseo di non farsi ricoverare, di aspettare, nonostante il dolore e lo sfinimento, perché la disfatta nazista e quindi la liberazione per loro era vicino. Trivellin è riuscito a sopravvivere quella decina di giorni e questo gli ha permesso, poi, di ricostruirsi con grande forza d’animo e volontà una vita e di dedicarne gli ultimi decenni all’ANED e a parlare a migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze delle scuole e in ogni occasione di che cosa è stato il fascismo, ma, soprattutto, di che cosa significa fare una scelta che metta in pace con la propria coscienza. “Ora che non ci sei più, Presidente, possiamo festeggiarti e saperti insieme a Eliseo, a Francesco (Chesta) e a tutti i milioni di compagni e compagne di deportazione che hanno contribuito con il loro impegno, i loro valori e i loro sacrifici alla Liberazione. Con rimpianto, ma con il privilegio di averti avuto con noi. Un pensiero grato alla Signora Armanda, a Francesca, a Stefano” queste le parole di Aned Verona.