E Palazzo Barbieri si è acceso di rosso
Da diciotto anni, il 10 febbraio è il Giorno del Ricordo. Il 30 marzo 2004, la Repubblica Italiana ha istituito questa solennità civile ‘per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati e della più complessa vicenda del confine orientale’. E le cerimonie di ieri, hanno coinvolto tutta la città, seppur nel rispetto delle misure per il contenimento del Covid-19. La giornata è iniziata al Cimitero Monumentale, con la deposizione di una corona davanti al monumento per le ‘Vittime delle foibe, gli esuli deceduti lontano dalla loro terra d’origine e tutti i defunti rimasti’. Tra le autorità presenti, il sindaco Federico Sboarina, il prefetto Donato Cafagna, il presidente della Provincia Manuel Scalzotto, il comandante del Comfoter di Supporto Massimo Scala e la presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Loredana Gioseffi. L’Anvgd, infatti, ogni anno affianca Comune e Prefettura nell’organizzazione delle cerimonie ufficiali. La commemorazione si è poi spostata in Gran Guardia, dove si sono susseguiti interventi, testimonianze e video. Per il secondo anno senza pubblico, ma in diretta streaming, per consentire a tutti i veronesi e agli studenti di seguire la cerimonia. E i racconti degli esuli Marina Smaila e Giuseppe Piro, testimoni del dramma che scelsero Verona come loro seconda Patria. Di Anna Rismondo è stato letto uno scritto inviato per l’occasione.