Le precipitazioni di Gennaio non sono bastate. Il rapporto di Arpav
I quantitativi di precipitazioni cadute in Veneto nel mese di Gennaio sono superiori alla media del periodo 1994-2021 del 19%. Se si considera il periodo dall’inizio dell’anno idrologico 2022-23, il quantitativo caduto risulta inferiore alla media, con uno scarto negativo del 21%. Le precipitazioni di Gennaio hanno fatto proseguire le dinamiche di ricarica della falda iniziate con le piogge di dicembre ma la situazione di scarsità della risorsa idrica, anche se in generale miglioramento, permane su buona parte dell’alta pianura. Per arrivare a primavera-estate con i livelli consueti per il periodo servirà un fine inverno e un inizio primavera con precipitazioni superiori alla norma e lo scorso mese, in Veneto, sono stati registrati 69 millimetri di precipitazioni, un valore oltre il 19 per cento, rispetto a quello atteso: sono caduti infatti 1.267 milioni di metri cubi di acqua. Nella seconda parte del mese, le piogge più intense sono state nel Veronese e nel Vicentino, con uno dei dati più alti della regione, verificato a Peschiera. Rispetto ai numeri medi riscontrati dal 1994 in qua, il più elevato surplus pluviometrico ha interessato il Basso Veronese e aree vicine, ovvero del bacino idrografico del Fissero-Tartaro-Canalbianco, dove è piovuto il 68 per cento più della media. Nel bacino dell’Adige, invece, questo dato si è assestato sul +26 per cento. Preoccupanti anche i numeri relativi alle portate dei fiumi. L’Adige, dal quale dipendono le centrali idrolettriche del Trentino Alto Adige, l’agricoltura del Veronese e di altre aree del Veneto centro-meridionale e gli acquedotti del Rodigino, a Gennaio ha segnato portate inferiori del 17 per cento rispetto alla media storica mensile.