Dopo che l’ex assessore Bassi ha riportato il fatto hanno preso il via le polemiche
Ha aizzato non poca polemica la famosa questione ‘del rider’. Tutto è partito da un post pubblicato sui social dell’ex assessore comunale Andrea Bassi, dove raccontava che lo scorso 13 gennaio un rider per consegnargli una cena ha dovuto attraversare da est a ovest la città di Verona, arrivando poi a Bussolengo – un totale di 50 chilometri contando anche il ritorno del ragazzo -. Da lì Bassi ha poi dichiarato di non voler più usufruire di applicazioni per le consegne a domicilio, non tanto per il rischio di ritardi o disguidi, ma soprattutto per non rischiare di avallare, seppur inconsapevolmente, un sistema che in queste condizioni rasenta lo schiavismo. L’accaduto è stato anche commentato dal protagonista, il rider Filippo Bazerla che ha dichiarato sì di guadagnare poco, ma ha anche aggiunto di non sentirsi sfruttato. Infatti su Facebook ha scritto: “Non conta la quantità di denaro nel mio modo di essere quanto piuttosto la qualità del tempo in cui vivo – ha scritto Bazerla -. Andare in ufficio e stare in silenzio otto ore sono cose per me almeno tristi e le rifiuto. Se ho accettato quella consegna è perchè amo il mio lavoro, posso rifiutarle se voglio, e non vengo penalizzato rifiutando. Il problema era che non c’erano altri rider a parte me”. In merito alla questione hanno deciso di intervenire gli attivisti di Yanez, che hanno deciso di inserire all’interno della loro associazione uno spazio in cui i rider possano incontrarsi e ripararsi. Inoltre domani, alle 19.30, Yanez ha organizzato un flash mob di sensibilizzazione in Piazza Bra, chiedendo nuovamente di supportare il progetto della ‘Casa del Rider’.